Rischio videoterminale: cos’è e quali misure adottare

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Rischio videoterminale – Dolori posturali, affaticamento della vista e tunnel carpale: il rischio legato all’uso del videoterminale non è da sottovalutare. Leggi questo articolo per sapere di cosa si tratta e come prevenirlo.

Il lavoro d’ufficio e i rischi per la salute

L’utilizzo di computer e tecnologie con monitor digitali in ambito lavorativo ha visto nascere nuovi problemi legati alla salute dei dipendenti. Il rischio videoterminale è tenuto in seria considerazione dalle parti sociali, dalla legge, dagli imprenditori. In questo articolo vogliamo offrire una definizione chiara, vogliamo entrare nel merito di alcune misure pensate per mitigare il problema.

Videoterminale, videoterminalista e postazione VDT: cosa sono?

Gli articoli 172 e 173 del D.Lgs. 81/08 individuano come videoterminale ogni “schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato”. Di conseguenza, il videoteminalista è qualsiasi operatore che utilizza il monitor in modo sistematico o abituale per almeno 20 ore settimanali. La sua postazione è costituita dalle attrezzature necessarie per lo svolgimento del lavoro e dallo spazio circostante. Fra questi, sono inclusi il mouse e la tastiera così come la seduta, il piano di lavoro, le fonti luminose e, in generale, tutte le apparecchiature, gli ausili connessi e l’ambiente di lavoro.

Il rischio videoterminale: cos’è e quali problemi comporta?

Da tempo, la norma è sensibile ai rischi per la salute che corrono i videoterminalisti. Fra i più ovvi ci sono i problemi legati alla vista e all’apparato muscolo-scheletrico. Affaticamento visivo, patologie della retina,

 classico mal di schiena, tunnel carpale, difetti posturali: la postazione di lavoro può impattare in modo rilevante sulla condizione fisiologica dell’operatore. Inoltre, non mancano i disturbi dovuti allo stress. L’incremento dei ritmi di lavoro e le pressioni esterne possono, infatti, compromettere la stabilità psico-fisica.

Cosa fare per limitare il rischio VDT? La postazione

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Anche in questo caso, la disciplina normativa entra nel merito delle misure che il datore di lavoro deve adottare per evitare i problemi di salute dei dipendenti. Nello specifico, l’allegato XXXIV del D.lgs. 81/08 segnala i requisiti minimi delle attrezzature, degli ambienti di lavoro e dell’interfaccia elaboratore-uomo. Il datore di lavoro deve, dunque, adeguare ai vincoli normativi le parti della postazione di seguito elencate.

Attrezzature: schermo, tastiera, piano di lavoro, sedile di lavoro, computer portatili.

Spazio: illuminazione, rumore, radiazioni, parametri micro-climatici.

Interfaccia: software adeguato alla mansione da svolgere.

Cosa fare per limitare il rischio VDT? Pause e sorveglianza

Oltre a predisporre postazioni di lavoro adeguate, è necessario adottare e sorvegliare su alcune best practice. Innanzitutto, è obbligatorio concedere una pausa di 15 minuti ogni 2 ore di lavoro al videoterminale. Può essere considerata pausa dal VDT qualsiasi attività lavorativa in cui non venga utilizzato il monitor. Altrettanto importante è, sicuramente, la sorveglianza sanitaria. Le visite hanno scadenza quinquennale e si focalizzano principalmente sui rischi per la vista e per l’apparato muscolo-scheletrico. Per i lavoratori con più di 50 anni o che presentano prescrizioni specifiche e limitazioni, la scadenza della visita decorre ogni due anni.

 

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